Il 25 Marzo, è il giorno in cui si festeggia il cosiddetto Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.
Il Dantedì è stato istituito il 17 Gennaio 2020, pertanto la prima edizione ci riporta alla mente il periodo della PANDEMIA, nonché i giorni della paura e della chiusura totale delle scuole. Anche la seconda edizione è stata caratterizzata da misure restrittive e da limitazioni.
Perché proprio il 25 Marzo?
E’ la data individuata da alcuni studiosi come la data di inizio del viaggio di Dante nella DIVINA COMMEDIA nell’ormai lontano 1300. Sebbene la questione sia controversa. In questa terza edizione nel nostro Istituto, con la collaborazione degli studenti e delle studentesse delle classi 4°D, 4°A e 5°A, è stata realizzata una torta da dedicare a tutti gli amanti della lettura e più in generale della cultura. Ricordiamo che in Italia ci sono oltre 4000 case editrici, vengono prodotti oltre 130.000 libri all’anno e la statistica dice che un italiano su due non legge e che il 30% si esprime con meno di 200 vocaboli.
Sull’intreccio tra “Peccati di Gola” e Divina Commedia e quindi tra DANTE E LA CUCINA si potrebbe scrivere tanto, tuttavia si è scelta una frase del XVII Canto del PARADISO
“Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui”
rivolta da Cacciaguida a Dante per indicare il suo imminente esilio “dal pane toscano”.
Il Dirigente Scolastico
Si riporta di seguito un pensiero di una docente di “Lingua e letteratura italiana” per ricordare il DANTEDI’
“L’amor che move il sole e l’altre stelle”
Così Dante concludeva la sua Commedia, dicendoci che tutto l’universo è mosso da un atto d’amore. L’amore è il filo conduttore della Divina Commedia, l’amore delle tre donne che si muovono per Dante in difficoltà nella selva oscura, Maria, Lucia e Beatrice; l’amore di Virgilio che soccorre il suo discepolo e l’amore di Paolo e Francesca: “l’amor ch’a nullo amato amar perdona”. L’amore che non permette a colui che è tanto amato di non amare a sua volta, quasi a volerci dire di non fermarci davanti all’amore perché solo chi dà amore lo riceverà in cambio ed infine l’amore di Dante verso l’umanità intera per la quale compie il viaggio di redenzione. Ed è sempre l’amore che ci spinge a leggere la Divina Commedia e a scoprire sempre nuove emozioni, nuove suggestioni che fanno di questo capolavoro un testo assolutamente attuale che ci invita a riflettere e ci pone di fronte a sempre nuove verità. Come non pensare alle parole di Sordello rivolte all’Italia una “nave senza nocchiero”; in questi tempi difficili ci servirebbe un timoniere che ci potesse guidare verso quella libertà che lo stesso Dante cercava: “libertà va cercando ch’è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta”! La libertà da tutte le pastoie, la libertà di conoscere se stessi attraverso gli sbagli per giungere alla redenzione, la libertà della conoscenza e della virtù: “considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir vertute e canoscenza”. Ogni canto, ogni terzina, ogni verso diventano ogni volta fonte di ispirazione, è come se proprio Dante avesse voluto essere il nostro timoniere. Il suo viaggio interiore lo ha portato a conoscersi e a liberarsi e noi dovremmo tutti seguire l’esempio e l’insegnamento socratico del conosci te stesso, poiché solo attraverso la conoscenza di noi stessi possiamo apprezzare e valorizzare l’altro, il diverso che ci arricchirà. Possiamo allora augurarci che la “navicella del nostro ingegno possa alzare le vele per percorrere la strada dell’amore, della conoscenza, della virtù e della libertà… e solo così potremo infine “RIVEDER LE STELLE”.
Prof.ssa Teodora Lequoque
Docente di Lingua e Letteratura Italiana
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